Un plastico PaP (Punto a Punto: che significa, in parole povere, niente ovale), in Scala N (1:160), d'ispirazione "free lance". L'intenzione è quella di riprodurre una linea locale a binario unico che percorre una valle di fantasia situata in un comprensorio collinare e che collega tra loro vari centri e le piccole e medie industrie che sorgono nelle loro vicinanze. Il tutto è gestito dalla SAFEP (vedi logo qui sopra), una società ferroviaria inventata. Oltre che ai collegamenti passeggeri ampio spazio sarà quindi dedicato all'esercizio merci, con l'arrivo delle materie prime alle industrie della zona e la spedizione, rigorosamente su ferro, dei semilavorati e dei prodotti finiti verso gli scali di smistamento e i mercati di destinazione. Un progetto molto impegnativo per me che sono alle prime armi, che cercherò di illustrare passo per passo su questo blog, come già fanno con successo numerosi amici eNNisti i cui siti (e blog, soprattutto) sono elencati nella colonna in basso a destra

mercoledì 17 settembre 2008

MODULO FREMO-Subterrain (3a parte)

Riprendo, dopo la pausa estiva, il fotoracconto della costruzione del modulo curva FREMO con una fase del lavoro che è stata realizzata a metà giugno e che non avevo ancora avuto tempo di inserire in questo blog.

I "culvert" (1-costruzione)

Con il termine inglese culvert si definiscono quei manufatti che permettono all'acqua di transitare sotto un terrapieno stradale, ferroviario ecc. Ho preferito usare questa parola in luogo di "canale sotterraneo" perché mi sembra di più immediata comprensione per chi ha a che fare con mondo del fermodellismo, soprattutto negli Usa.
Visto che il progetto del modulo prevede un canale irriguo che attraversa perpendicolarmente la sede ferroviaria, si rende quindi necessaria la realizzazione dei culvert per permettere all'acqua di scorrere sotto la massicciata ferroviaria.
In questo primo fotoracconto dedicato ai culvert mi limiterò a descrivere le modalità che ho usato per costruirli, rimandando a un successivo post le fasi della rifinitura e della verniciatura.
Innanzitutto sono partito da un manufatto realmente esistente nel territorio di Opera (Mi).

Due vedute del manufatto, situato in aperta campagna ma poco lontano dal centro abitato. Ho rilevato tutte le misure per poter realizzare...

... un progetto in esatta scala 1:160, con l'"esploso" dei pezzi da sagomare

Per mezzo di un righello ho quindi ricalcato le sagome dei singoli pezzi su un foglio di compensato
da 5 mm...


... seguendo poi la traccia rimasta impressa sul legno

Quindi, con l'ausilio del traforo elettrico, ho tagliato i singoli pezzi di entrambe le strutture,verificando poi che combaciassero esattamente con le i disegni del progetto

La fase dell'assemblaggio con colla Pattex Legno Express e chiodini

Più complesso si è rivelato il montaggio delle parti della struttura inclinate: per irrobustirle mi sono servito di un'"anima" di ferro (ricavata da fermagli da ufficio)

L'azione combinata di morsa e morsetti in attesa che tutto asciughi

Ed ecco i due culvert finiti, ma non ancora... rifiniti

Per il momento è tutto. A presto per i nuovi fotoracconti che seguiranno passo per passo le nuove fasi della realizzazione del subterrain.




7 commenti:

Alex Corsico ha detto...

Bello, complimenti per lo studio, ma non è un pò troppo comlicata la realizzazione? Con un cartone non riuscivi ad ottenere lo stesso risultato? Altro dubbio i muri di 5 mm in scal N sono 800 mm reali, mentre nella foto del prototipo che hai postato sono presumibilmente di 250- 300 mm. Cmq bravo e comlimenti per l'impegno e la ricerca del particolare

Paolo ha detto...

Grazie Alex. Per quanto riguarda lo spessore dei muri copio e incollo quello che ho appena risposto a Enzo fortuna che mi faceva la medesima obiezione:
"Tu hai perfettamente ragione, Enzo, infatti lo spessore dei muri del manufatto, misurati al vero, è di 30 cm. Ho utilizzato il 5 mm per praticità e perché poi, a ground cover finito, rimarranno fuori dal terreno solo un paio di millimetri di cemento (appunto i 30 cm). L’unica cosa che alla fine rimarrà a vista sarà la soletta da 80 cm, ma visto che sopra ci passa il treno mi sembra più che accettabile (e in effetti alcuni culvert della stessa zona che passano sotto terrapieni autostradali in effetti hanno una soletta ben più spessa di 30 cm). Ho usato questo “modello” per comodità: era l’unico raggiungibile e misurabile. Non voglio pensare che cosa sarebbe successo se avessi fatto lo stesso con i culvert che passano sotto i terrapieni della tangenziale, magari fermando l’auto in pieno svincolo per andarli a fotografare e misurare… :)"

Mario ha detto...

Mi associo ad Alex nel farti i complimenti, ma la realizzazione è davvero lunga e complessa, forse troppo per un semplice culvert.
Ti consiglio di guardare il sito di Denny, anche lui ha creato degli spallamenti, ma ha usato il cartone (http://www.sp-coastline.com/2008/09/tunnel-portal-installed.html), facilmente tagliabile con un cutter (usando una riga avrai spigoli diritti!) e risulta essere robusto al pari del legno.
E poi ti conviene allineare i pezzi, così con un taglio ne ottieni due ed eviti sprechi.

Paolo ha detto...

Terrò a mente quanto mi consigliate tu e alex per prossime strutture del genere. Ormai sono in legno e me li tengo così ;)

Marc.one ha detto...

Bravo Paolo.
Da ammirare il tuo ormai solito rigore nell'approccio ed accuratezza della realizzazione.
Personalmente concordo con la scelta dei materiali; trovo il legno senz'altro più adatto (robusto) del cartoncino da impiegare nella realizzazione di particolari costruttivi di un plastico modulare che, come noto, è soggetto, inevitabilmente, a "maltrattamenti" vari.
Quella semplice realizzazione ti avrà senz'altro, anche, permesso di accumulare esperienza nella lavorazione del legno (vedi il bel seghetto utilizzato :-)) che ti sarà utile per lavori più complessi.
Anch'io vedendo le foto ho subito notato lo spessore dei muri, e se intendi rifinire il legno con stucco od altro materiale per occultare alla vista le venature del legno e far assomigliare il tutto al cemento, lo spessore potrebbe aumentare.
Sicuro di non poter assottigliare la parte visibile del cluvert con carta vetrata a grana grossa o simile?
Caio

Lucashark ha detto...

Ciao Paolo
ottimo lavoro!!
Condivido anche le opinioni degli altri amici, mai complicarsi la vita se si può!!!
Ciao
Luca

Paolo ha detto...

Marco e Lica, grazie anche a voi dei commenti e dei suggerimenti, sempre graditissimi.
Ho preferito il legno al cartone (soluzione che peraltro avevo preso in considerazione) anche visti i persistenti problemi di umidità, risolti (ma solo in parte) con un buon deumidificatore: sarebbero risolti del tutto se lo facessi andare al massimo tutto il giorno, ma poi la bolletta dell'Enel me la pagate voi :)
Secondo punto: il famoso spessore dei muri di cemento. Come ho già scritto, ma evidentemente in maniera poco chiara, i muri di sostegno laterali dei culvert (5 mm) saranno dissimulati nel terreno che andrò a realizzare nella fase di ground cover, quindi alla fine dei famosi 5 mm a vista ne rimarranno sì e no un paio. Anche l'altezza dei culvert, che pare eccessiva, verrà poi a ridursi perché sia il fondo del canale che l'acqua del medesimo la ridurranno a max 1 cm.
La soletta, invece rimarrà spessa 5 mm e si vedranno tutti: proprio stamane ho dato un'altra occhiata al culvert dello svincolo di Opera della Tangenziale Ovest e la soletta ha uno spessore di almeno un metro (purtroppo, lo ripeto, non posso fermarmi e scendere per misurarla: al massimo vedrò di fare una foto al volo).
Mi rendo conto che, visti così, i culvert facciano abbastanza schifo, ma ho fiducia che, una volta rifiniti, verniciati e completato il paesaggio, il loro aspetto sarà molto più "carino" e realistico (almeno spero).
Per quanto riguarda il "complicarsi la vita", caro Luca, sono - ahimé - fatto così, altrimenti non mi sarei sposato 2 volte :)))
Saluti
Paolo